Das Flohmarkt

I mercati delle pulci mi affascinano, da sempre. Non quelli dove la merce è in realtà selezionatissima, costosa all'inverosimile, un subdolo Harrods travestito. Mi piacciono quelli dove ci trovi le poltrone sfondate, la teiera sbeccata made in china, le collezioni di mini profumi che regalavano nei giornali. Ho sempre come l'impressione di essere catapultata nel capolavoro di Ariosto, quando il povero Astolfo va sulla luna a recuperare il senno di Orlando tra montagne di oggetti dimenticati.



Non stette il duca a ricercar il tutto;
che là non era asceso a quello effetto.
Da l'apostolo santo fu condutto
in un vallon fra due montagne istretto,
ove mirabilmente era ridutto
ciò che si perde o per nostro diffetto,
o per colpa di tempo o di Fortuna:
ciò che si perde qui, là si raguna.

Non pur di regni o di ricchezze parlo,
in che la ruota instabile lavora;
ma di quel ch'in poter di tor, di darlo
non ha Fortuna, intender voglio ancora.
Molta fama è là su, che, come tarlo,
il tempo al lungo andar qua giù divora:
là su infiniti prieghi e voti stanno,
che da noi peccatori a Dio si fanno.

Le lacrime e i sospiri degli amanti,
l'inutil tempo che si perde a giuoco,
e l'ozio lungo d'uomini ignoranti,
vani disegni che non han mai loco,
i vani desideri sono tanti,
che la più parte ingombran di quel loco:
ciò che in somma qua giù perdesti mai,
là su salendo ritrovar potrai.

Canto 34° , ottave 73-75
Astolfo sulla Luna


Tra le tante cose perdute, al Mauer Park, questa bambola. La vendevano per un euro, alla fine non l'ho presa. Se nei prossimi mesi le vedo vendute a caro prezzo su qualche mercato virtuale mi innervosirò un po', sappiatelo.